BONSAI: LA MIA RICETTA!
Dar vita ad un bonsai non è la naturale conseguenza
di principi matematici o epistemologici che, se correttamente seguiti, portano
al risultato certo; è, invece, l’insieme dei basilari principi della botanica,
con l’aggiunta di una dose di buon senso estetico, una spolverata di ottima
manualità….. pazienza e determinazione q. b.!
Lungi da me propinarvi una dissertazione sulla
storia, l’evoluzione, le tecniche e l’arte di fare bonsai! Un veloce excursus
didattico è però d’obbligo e visto che siete già qui, vi eviterò la fatica di
aprire una nuova pagina web, riportando qualche capsula di “saggezza” estratta
dalla santa patrona delle rete telematica: S. Wikipedia! ; )
BONSAI: DOVE?
L’Arte Bonsai (dall’ideogramma giapponese “pun-sai”=
pianta in vaso) ci arriva dal
lontano Oriente e dall’abitudine, presso i popoli che lo abitavano, di avere
sempre a portata di mano le
piante dei cui poteri terapeutici si giovava la loro medicina.
I bonsai nascono in Cina (le prime documentazioni a tal proposito risalgono al VI
secolo); approderanno in Giappone
solo più tardi (XIII secolo), ma è qui che l’arte ad essi legata verrà
perfezionata ed è ancora da qui che partirà la conoscenza a livello mondiale di
questa branca della botanica.
BONSAI: QUANDO?
La data ufficiale che segna la nascita dell’
Arte Bonsai è piuttosto tardiva: il 1934,
anno in cui viene ospitato a Tokyo il “Kokufu Bonsai-ten”, esposizione nata 6 anni prima e che si ripete,
ogni anno, fino ad oggi.
Il Bonsai arriva infatti in Europa, a Parigi, nel 1878 (ma è solo dopo la seconda guerra mondiale che si può parlare di una vera e propria scoperta). Parallelamente anche in America, intorno agli inizi del secolo XX, compaiono i primi Bonsai.
BONSAI: IL GIUSTO PROFILO
Ogni Bonsai che si
rispetti consta di un fronte, di un retro e di due lati, il destro e
il sinistro. Il fronte è quel che
rappresenta il “giusto profilo”, cioè il lato più bello e significativo della
pianta, il punto dal quale osservarlo per comprenderne il senso e la bellezza
al fine di apprezzarlo completamente.
BONSAI:
IDENTIKIT TECNICO
Un bonsai
si costituisce di cinque parti fondamentali: radici, tronco, rami, foglie e apice, ossia la parte terminale,
simbolo superbo di vitalità.
Esso può
nascere da diverse “madri”: dal semplice seme,
da talee (=frammenti di pianta)
legnose o semi-legnose, dalla margotta
(=tecnica di radicamento di un ramo ancora collegato alla pianta madre), da altre piante da vivaio
o raccolte in natura (araki o yamadory).
Lo stile di un bonsai è la sua cartà
d’identità! Ecco i più comuni: eretto, inclinato, madre/figlio, spazzato dal
vento, scopa rovesciata, a cascata, su roccia, a boschetto (e il simile “a
zattera”), e il cosiddetto Bunjin il “litterati”.
IL TRIANGOLO… Sì!!!
Caratteristica
del bonsai è la triangolarità: la
sua chioma deve, cioè, essere racchiusa in un ideale triangolo, simbolo di
equilibrio di linee ed essenzialità.
BONSAI:
TECNICHE DI LAVORAZIONE
Creare un
bonsai è un’operazione sempre in fieri, un continuum che non vede traguardi,
una ricerca sempre tesa e che richiede anni.
Gli
approcci principali di lavorazione sono la potatura
e l’utilizzo del filo per
direzionare i rami.











